Animas de Sardinia, una tradizione centenaria che continua ad affascinare il mondo
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L'Italia è un paese ricco di tradizioni e tipicità differenti che cambiano da regione a regione con particolarità e usanze spesso diverse anche da paese a paese. Tra queste, il carnevale è una festività che ha origini lontanissime, si distingue per il mascheramento e lo scherzo ed è solitamente caratterizzato da parate in cui sfilano carri con elementi giocosi e fantasiosi.
Ma in Sardegna, specialmente nella Barbagia (Sardegna centrale), il carnevale è qualcosa di veramente unico, non ci sono parate e sfilate di carri ma con le loro ancestrali maschere antropomorfe e zoomorfe, le vesti di pelli di capra, orbace e campanacci, diverse figure camminano tra le strade del paese, rievocando riti antichi, danze propiziatorie e lo stretto rapporto tra l’uomo, l’animale e il suo istinto.
Diverse da zona a zona, da paese a paese, le sfilate in Sardegna, mantengono tutta una serie di tratti comuni che rimandano a un’origine unica: un culto antico e violento legato alla fecondazione della terra.
La Sartiglia a Oristano, la lotta tra Mamuthones e Issokatores a Mamoiada oppure la sfilata dei Merdules e Boes a Ottana sono alcune tra quelle più conosciute.
Ed è proprio a Ottana (NU) che Gian Paolo Marras, tra i pochissimi artigiani a tener vive queste tradizioni, ha dato vita al suo laboratorio Animas de Sardinia. Un saper fare, il suo, tramandato di padre in figlio per generazioni sin dai primi del ‘900. Il padre Gonario, infatti, già figlio d’arte, intagliava maschere tradizionali negli anni '60 ed ha trasmesso questa passione a Gian Paolo che già da ragazzo amava realizzare bellissime maschere intagliate nel legno di pero.
Le figure principali del carnevale Ottanese sono sos Boes, sos Merdules e Sa Filonzana, più rare quelle de su Crapolu, su Molente e su Porcu.
I Bòes (foto sopra) sono le maschere della tradizione barbaricina, tipiche del carnevale di Ottana, sono tra le più conosciute in tutta la Sardegna e rappresentano la lotta tra l'istinto animalesco e la ragione umana. Nelle esibizioni carnevalesche, il Boe, viene inseguito, frustato e catturato dal Merdule, recitando furiose risse, intorno ad un grande falò in piazza che si tiene da sempre la sera del 16 gennaio.
Per realizzare queste maschere, sapientemente intagliate a mano con sgorbie e coltello, viene utilizzato prevalentemente il pero selvatico e vengono arricchite con diverse decorazioni, tra queste la più famosa è il fiore della vita (simbolo di prosperità, di speranza e di buon auspicio), vengono poi dipinte con mordenti naturali e rifinite con cere pregiate. Il costume dei Bòes si completa in fine con pelli di pecora bianca ed un grappolo di campanacci a tracolla, detti anche Su Erru o Su Sonazos.
Nel video (qui sotto) Gian Paolo Marras - Animas de Sardinia - ci racconta come nascono le sue maschere, svelandoci le diverse fasi di lavorazione e qualche informazione in più su questa arte antica.
Insieme alle maschere del bue ci sono poi quelle dei Merdùles (foto sotto) che rappresentano "i guardiani dei buoi", i quali cercano di comandare i boes durante tutta la sfilata del carnevale. Queste maschere hanno le fattezze del volto di un vecchio uomo deforme, brutto e con una bocca gigante.
Il costume dei Merdùles si completa con pelli di pecora bianca o nera (abbastanza raro) ed un bastone, Su Matzuccu, col quale richiamano a sé i Boes, o provano ad addomesticarli usando una fune di cuoio, Sa Soca.
Sindaco di Ottana dal 2010 al 2015, Gian Paolo, ha portato le sue opere in giro per il mondo, Bangkok, Parigi, Stoccarda, Napoli e Giappone e le sue maschere sono state utilizzate da numerosi artisti canori in videoclip ed in concerti live: i primi furono i Tazenda con la loro Carrasecare, poi Piero Pelù, Sergio Cammariere e le bands internazionali Placebo e Madden Waves.
Il concetto alla base di Animas de Sardinia è quello di far riflettere, attraverso opere etniche e tradizionali, sulla scomparsa dell’empatia tra gli esseri umani, empatia che ritroviamo invece facilmente tra le maschere, capaci di unire gli uomini, le loro storie e le loro vite.
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